La questione ETICA in Ortodonzia è fondamentale anche se ad un primo sguardo potrebbe apparire un argomento remoto dalla nostra attività clinica quotidiana. È importante perché, che noi se ne sia consapevoli o meno, l’etica regola i comportamenti tra gli esseri umani. L’ETICA È UNA RISORSA, perché essa consiste in un insieme di norme basate su valori che aiutano a definire un criterio con cui formulare un giudizio. In sintesi l’etica ci aiuta a definire cosa sia giusto o sbagliato. A maggior ragione in medicina.
In Ortodonzia gli obiettivi non riguardano mai la sopravvivenza, “quoad vitam”, spesso sono relativi alla funzionalità, “quoad valetudinem”, sempre sono in relazione all’estetica. Di conseguenza l’obbligazione terapeutica non è solo di mezzi, ma lo sarà anche di risultati in quanto il risultato è ciò che i nostri pazienti si attendono dal nostro operato. Per questo i nostri pazienti si rivolgono in fiducia a professionisti medici che hanno giurato di esercitare in scienza e coscienza.
La deriva che la nostra professione sta subendo, influenzata dal distorto sistema valoriale indotto dalla società dello spettacolo e dal potere invasivo dei social media, sta spingendo sempre di più verso una ricerca esasperata di “estetica” senza che di questa siano definiti criteri condivisi, sempre che questo sia possibile. Per questo motivo è discriminante che un ortodontista professionista medico abbia valutato (e lo continui a fare) con criteri etici i limiti dei propri interventi in questo campo e li condivida con onestà e lealtà con i propri pazienti alla ricerca di quella ALLEANZA TERAPEUTICA su cui si fonda la soddisfazione reciproca delle parti.
La bussola terapeutica deve essere orientata sempre verso il benessere del paziente avendo chiaro in mente che tra l’interesse del paziente e l’interesse del medico spesso inevitabilmente si crea un conflitto di interessi. Poiché la relazione terapeutica tra medico e paziente è sempre sbilanciata, è dovere della parte più forte considerare l’interesse di quella più debole; quando in questo caso il forte è colui che dovrebbe detenere la conoscenza e l’abilità del percorso terapeutico, e il più debole è colui che affida a questa abilità la propria salute. Questo è ciò che si attende da noi Ortodontisti a livello sociale. Nel momento in cui noi non consideriamo l’interesse della parte debole, il rischio reputazionale per il singolo professionista e di conseguenza per la categoria intera è concreto.
Una delle trappole in cui è più facile cadere è la volontà spasmodica di soddisfare i desideri dei pazienti: tra salute ed estetica agli occhi dei pazienti non sempre c’è la consapevolezza delle differenze tra le due che possono non coincidere. Il dovere dell’Ortodontista in fase diagnostica è focalizzare l’attenzione dei pazienti su cosa è predicibile, quindi cosa è possibile ottenere e con quali rischi, mentre in fase terapeutica il dovere è quello di attenersi alle linee guida ed a ciò che è appropriato e nel caso di scelte rischiose, talvolta bisogna osare, tenendo conto della mancanza di urgenza, informare in maniera chiara e scritta i pazienti.
Si fa un gran parlare di ETICA di questi tempi, per praticarla correttamente basterebbe rileggere con frequenza regolare il GIURAMENTO DI IPPOCRATE.