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IL CIMITERO 117 E L’ORTODONZIA


Ugo d'Aloja - 19 Gennaio 2023 - 0 commenti

A Londra c’è una delle più grandi collezioni di tesori culturali: si tratta di quella ospitata dal British Museum. Mentre l’Impero Britannico era al suo apice i ricchi collezionisti inglesi potevano scorrazzare per il mondo indisturbati depredando dai paesi colonizzati un enorme patrimonio di opere d’arte, di capolavori e di reperti dal valore inestimabile che nel corso del tempo si è in gran parte riversata proprio nel British Museum. Chiunque passi per Londra sbaglierebbe se mancasse questo appuntamento. Ogni giorno tramite il sito del museo migliaia di persone vi programmano una visita; è una cosa che non costando nulla arricchisce molto. Per contro le dimensioni del museo sono mastodontiche mentre la folla che lo invade ogni mattina è imponente. Tutto ciò rende impossibile goderne appieno. Che fare allora? Quello che suggerisco è di effettuare alcune visite mirate; da sempre è una norma di buon senso che se la torta è troppo grande da affrontare in un solo boccone è più salutare tagliarla in tante piccole fette. Non ne guadagnerà solo la glicemia ma anche l’armonia famigliare. Così ho fatto anch’io scovando in un angolo poco frequentato dalle folle una gemma preziosa: il CIMITERO 117!

13.000 anni fa sul pianeta terra la vita era molto difficile per i nostri antenati. Era ancora in corso l’Era glaciale i cui ghiacciai coprivano buona parte dell’Europa mentre nella valle del fiume Nilo il fiume scorreva turbolento tra pietraie polverose su cui turbinavano venti furiosi. L’accesso alle poche risorse alimentari era difficile. Per questo motivo, lungo il Nilo, proprio al confine tra gli attuali Egitto e il Sudan, si scontrarono due popolazioni di uomini,entrambe alla ricerca di un proprio spazio vitale: un gruppo di quei nostri tozzi progenitori proveniva dal nord e mentre l’altro, costituito daesseri umani longilinei, proveniva dal sud. Si trattò di un conflitto senza esclusione di colpi che lasciò sul terreno centinaia di vittime nel corso di numerosi decenni. Molti di questi sono stati trovati seppelliti in posizione fetale e rivolti verso il sorgere del sole.

Mi ha commosso trovarmi di fronte al primo esempio di PIETAS umana: quei nostri poveri antenati, già in quell’epoca preistorica, seppellivano i loro morti secondo un rituale. In loro era già insita una religiosità, c’era il rispetto per i propri defunti e la speranza in futuro migliore, magari oltre la propria morte che di solito li avrebbe colti molto presto. La notizia più sconvolgente è che almeno metà delle persone seppellita in quel sito remoto è passata a “miglior vita” a causa di una morte violenta causata dalle innumerevoli ferite subite. In quell’epoca remota non solo c’erano tanta fame e molti stenti; la competizione tra umani era così spietata che ci si uccideva per i cibo con estrema facilità.

Il CIMITERO 117 è ospitato presso il British Museum di Londra; per visitarlo basta avere la forza di superare il muro di scolaresche che si soffermano davanti alle teche in vetro che custodiscono le mummie degli antichi egizi. Per chi avrà la determinazione di superare quel muro, oltre i sarcofagi degli antichi faraoni si aprirà uno spettacolo commovente. Chi come me si chiede spesso la natura delle nostre origini, lo spettacolo sarà anche istruttivo. Nei nostri tempi altamente sviluppati l’argomento evoluzione della specie è molto sentito; quanto si sia ben sviluppato l’uomo contemporaneo è una cosa di cui andiamo molto fieri non considerando che il patrimonio genetico di quei nostri predecessori corrisponde al 100% con il nostro di Homo Sapiens moderno. Siamo uguali a loro e siamo più fortunati.

A guardarli così, quei nostri antenati, raggomitolati su sé stessi e rivolti a oriente mi sono sorte alcune domande: cosa provavano quelle persone? Quali erano le loro abitudini? Cosa mangiavano? Le risposte in parte ce le forniscono i loro denti che sono tutti completamente abrasi, come se la loro povera dieta li avesse piallati con una lima. Recentemente ho letto alcuni autori americani che nei loro libri best seller sostengono che un tempo l’alimentazione umana (la paleodieta…hahaha!) mantenesse in salute le persone e la loro dentatura, per cui, a causa di una masticazione carente, denti storti e carie sarebbero figlie della modernità. Quello che ho potuto vedere con i miei occhi visitando il CIMITERO 117 è che quei nostri progenitori avevano già i denti storti, le carie e perfino alcuni ascessi così profondi da scavare cavità nell’osso della mandibola. Come se non bastasse l’enorme probabilità di morire violentemente per mano di un proprio simile, già allora erano diffuse quelle brutte malattie dentali che però al giorno d’oggi è possibile curare (e per chi è lungimirante prevenire) con facilità. Si stava davvero meglio quando si stava peggio?

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