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Canto


Ugo d'Aloja - 21 Maggio 2021 - 0 commenti

Sono un medico ortodontista,
è la cosa che faccio da più tempo,
anno dopo anno
sono diventato quello che faccio.
La mia è la più bella professione del mondo;
faccio un lavoro che mi regala il privilegio di essere in contatto con
i bambini
tutti i giorni.
Bambini,
faro nella notte
in questa era oscura.
Il loro incanto, la loro meraviglia,
il loro stupore
mi ammaliano
perché sono il retaggio della condizione angelica perduta da noi adulti.
Noi,
angeli caduti
che hanno perduto la consapevolezza della propria essenza originaria,
nei bambini,
quando li ascoltiamo bene,
quando ci concediamo il tempo di lasciarci andare alla loro compagnia,
quando cediamo alle lusinghe del gioco con loro,
allora,
solo allora,
durante quei brevi istanti,
possiamo ancora cogliere gli indizi della condizione nativa che ci
viene sottratta man mano che cresciamo.

I bambini sono l’unico tramite possibile tra il nostro stato di esseri umani adulti
spesso insoddisfatti e infelici,
sovente stressati e frustrati,
sempre incompleti e
l’ASSOLUTO
da cui proveniamo
ed a cui un giorno,
forse,
torneremo.
I frammenti delle ali
che ci restano appiccicati dopo la caduta
non bastano più per farci volare.
Per riuscirci c’è bisogno di qualcuno che ci affianchi;
talvolta lo facciamo come collettivo,
talvolta in coppia,
allora
ce la si può fare
per un po’,
ma spesso non basta.
Allora ci vengono in soccorso i bambini;
quando stiamo insieme ai bambini,
quando seguiamo i loro ritmi senza voler imporre loro i nostri, quando ci immergiamo nella loro condizione senza tempo
(i bambini non sono ancora intrappolati dalla sensazione del tempo che passa),
allora,
senza rendercene bene conto,
possiamo tornare a volare anche noi per
assaporare la sensazione
del paradiso che abbiamo perduto.
Solo per un po’.
È meraviglioso quello che accade in presenza dei bambini;
succede che se ci lasciamo andare
scopriremo in noi, con nostalgia, il ricordo di quel bambino
che siamo stati anche noi,
un tempo ormai andato.
Un poco di quel bambino vive ancora in noi,
di solito soffocato e nascosto.
La presenza di bambini,
soprattutto quando sono vocianti e spensierati,
fa riemergere l’IO bambino che alberga in ciascuno di noi adulti, sepolto dalle preoccupazioni e dai pregiudizi,
intrappolato in quella gabbia sempre più stretta
in cui ci costringe la nostra mente mentre invecchiamo
pensando solo a noi stessi,
ai nostri acciacchi e
cullando i nostri rimpianti.

Tutto questo l’ho imparato lavorando con i bambini come ortodontista; non è possibile imporre i ritmi adulti ai bambini
se il nostro desiderio è quello di lavorare con loro in serenità e rendere la loro esperienza con noi qualcosa di memorabile,
se il nostro desiderio è quello
di restituire loro un poco
di tutto quello che ci hanno regalato
senza misura.
Fortunato chi ha ricevuto in sorte di
lavorare con i bambini
senza che questo gli pesi come un lavoro.
Beato chi ama i bambini
perché resterà puro di cuore
in fondo a sé stesso
laggiù
dove brilla di luce propria
la nostra anima.

Bambina sorridente
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