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IL PRIMO FARMACO IN MEDICINA (E IN ORTODONZIA)


Ugo d'Aloja - 1 Febbraio 2023 - 0 commenti

La moderna tecnologia e lo sviluppo scientifico hanno portato in dote con sé un enorme miglioramento delle “magnifiche sorti e progressive” dell’umanità. Infatti la durata media della nostra vita si è allungata di molto,  di 40 anni,  rispetto a quella che attendeva i nostri nonni ai primi del 1900. Da allora anche il tasso di mortalità infantile si è ridotto da 347 a 4 su 1000. È progresso questo?

La tecnologia come risolve un problema ne pone dieci ancor più complessi complicandoci la vita sempre di più. È meraviglioso che muoiano sempre meno bambini, ormai se ne fanno così pochi che siamo diventati una società di vecchi. E dire che c’è chi non vorrebbe gli immigrati senza i quali il nostro paese (o la nazione? ditemelo voi) sarebbe sempre più spopolato senza nessuno disposto a fare tutti quei lavori che nessun italiano vuole più fare da anni.

Ma alla vita più lunga corrisponde una  maggiore qualità della stessa? Durante la prima campagna vaccinale contro il Covid19, da volontario, ho effettuato centinaia di anamnesi a pazienti ultra ottantenni; allego alcune foto del collage di farmaci che sono costretti ad assumere per contrastare ipertensione, ipercolesterolemia, problemi cardiovascolari, disturbi respiratori, problemi gastrici, sequele post tumorali, disfunzioni intestinali, varici rettali e tutto il numero enorme di malattie e disfunzionalità il cui decorso deve essere arrestato. Ma la cosa che mi ha colpito maggiormente non è questa.

Ognuno di quei pazienti, nessuno escluso, esprimeva un insopprimibile bisogno di parlare, di essere ascoltato, di confrontarsi con una figura medica. Si sentivano tutti soli, soli a confrontarsi con una vecchiaia lunga dalle prospettive ignote se non nell’esito finale. Cosa ho potuto fare? L’unica cosa che dovrebbe fare un medico quando un paziente ha bisogno: SOMMINISTRARE SÉ STESSO!

OGNI MEDICO DEVE ESSERE CONSAPEVOLE CHE IL PRIMO FARMACO CHE SOMMINISTRERA’ AI PROPRI PAZIENTI È SÉ STESSO

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