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# FAME IN INDIA NEL 2021 !!!


Ugo d'Aloja - 19 Novembre 2021 - 0 commenti

Molto spesso riceviamo brutte notizie dai paesi di quello che una volta chiamavamo il terzo mondo. La maggioranza delle volte, queste notizie, appaiono ai nostri occhi così lontane da non lasciare un segno duraturo tra le nostre emozioni. Mentre da noi qui in Italia si discute sul Greenpass o sul ritorno del fascismo, in paesi meno fortunati del nostro i problemi sono ben altri. Problemi seri, come la difficoltà a procurarsi il pane quotidiano; quando riguardano qualcuno che conosciamo da vicino, ci scuotono nel profondo. Non vogliamo più che i nostri bambini indiani patiscano la fame e gli stenti. Per questa ragione la notizia che in India è tornata la fame è sconvolgente.

Siamo nel 2021 (A.D.: Anno Domini duemilaventuno), che in India la fame si stia ripresentando tra la popolazione ci colpisce come un pugno in faccia. Per chi era bambino negli anni sessanta “la fame nel mondo” è una notizia che riemerge da un passato che ritenevamo sepolto per sempre. Per chi è più giovane è una notizia che stupisce. Ma come?” L’India non è più il paese del miracolo economico? Non è più il paese degli uomini più ricchi del pianeta? Non è più il paese dal P.I.L che cresce più velocemente?” – “Sì lo è”: questa sarebbe la risposta esatta a tutte queste domande, ma purtroppo dopo 18 mesi di pandemia molte cose sono cambiate in giro per il mondo. Soprattutto in India. L’India non è mai stato un paese fatto solo di forti contrasti, ma è un subcontinente delle infinite sfumature. I miliardari ci sono ancora, ma da quando è arrivato il Covid 19, cito l’articolo “la perdita dei posti di lavoro ed il calo dei redditi a causa dei lockdown ripetuti, hanno spinto centinaia di milioni di indiani sull’orlo della fame”.In India chiunque viva ai margini sta soffrendo. Chi vive di economia agricola, chi vive dei lavori giornalieri, chi lavora con il turismo o nel settore alberghiero, gli operai e le popolazioni tribali,facciamo riferimento a centinaia di milioni di persone, è tornato a patire la fame e la denutrizione. La seconda ondata di Covid 19, quella che ha dato il massimo di sé tra Aprile e Maggio del 2021, ha messo sul lastrico l’India e il suo traballante sistema sanitario uccidendo, secondo le stime, da un minimo di 300.000 persone fino ad un numero che potrebbe essere arrivato a 3 milioni. Molti di quei morti hanno lasciato al mondo bambini che ora sono orfani affamati. Già prima del 2020, secondo la FAO, 190 milioni di indiani si confrontavano con la fame. La pandemia ha aggravato la situazione che si è estesa dalle aree rurali a quelle urbane. Il governo ha permesso ai datori di lavoro di licenziare milioni di persone senza alcun indennizzo mettendo le loro famiglie sul lastrico. 

Il maltempo delle ultime settimane di settembre ha dato un altro colpo alla popolazione stremata che vive lungo le rive del Golfo del Bengala.

Dagli orfanotrofi che sosteniamo giungono notizie contrastanti. Grazie al sostegno che riusciamo dare loro, il cibo e l’assistenza sanitaria sono assicurate, così come lo è l’istruzione di base. Il programma vaccinale indiano si sta estendendo agli adolescenti e grazie a questo in India ci si augura che le cose stiano migliorando. Ma il contesto generale della vita sociale è preoccupante. Fuori dal campus, per i nostri ragazzi e le nostre ragazze non si trova lavoro, in città il malcontento sociale è in aumento, per tutti le prospettive restano incerte. 

L’India è tuttora chiusa al turismo straniero anche se è stato annunciato che riaprirà presto. Il sistema dei trasporti interno è semiparalizzato, ci vorrà tempo perché tutto possa ritornare come prima. Accadrà? Per ora a chi arriva dall’estero viene imposta una quarantena di due settimane, altrettanto per chi dall’India esce. Non si può scordare che l’India è il paese della variante Delta; a causa dell’enorme numero di abitanti e della promiscuità in cui essi vivono, qualcuno l’ha definito un incubatore di varianti virali. Dovremo avere pazienza prima che il nostro programma di sostegno diretto, quello che prevede l’invio di volontari presso i nostri orfanotrofi in India allo scopo di assistere i bambini possa ripartire, dovrà passare ancora un po’ di tempo. Il programma di adozioni a distanza continua. Stiamo impegnandoci affinché il programma di eventi per la raccolta di fondi possa ripartire, per ora il rispetto delle norme per la prevenzione della diffusione del contagio impone numerose restrizioni.  

 Nel frattempo, nonostante le notizie allarmanti, la vita, in india come in Italia, continua; Raja, il bambino di strada tirato fuori dal riformatorio da Carol, si è sposato a settembre,Johnny Care e Sandy, entrambi ospiti degli orfanotrofi si sono appena sposati.  Anche in Italia due dei nostri volontari si sono sposati a settembre; si tratta di Karin e Stefano. 

Sono forti segnali di come, nonostante tutto, le cose procedono. La vita non si ferma mai. Per noi di Mummy&Daddy è un incitamento a non mollare. Il programma delle adozioni a distanza non si è mai fermato e chi se la sente di adottare o di far adottare altri bambini si faccia avanti. 

Presto torneremo a organizzare eventi pubblici per la raccolta di fondi a sostegno dei bambini orfani, appena possibile torneremo in India con i nostri volontari.

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